
PlayStation 4 arriverà a supportare una risoluzione di 4.096 pixel orizzontali, laddove gli attuali televisori HD ne usano “appena” 1.920.
Ma come supportare tanta potenza grafica? Sony, sempre stando al sito di cui sopra, avrebbe in programma di lanciare una nuova generazione di televisori da 80 pollici XBR LED con risoluzione 4K, proponendoli come standard per il futuro e nella speranza che i consumatori acquistino una nuova televisione. 4K, lo ricordiamo, è un nome che deriva dall’inglese 4kilo (in italiano “4 mila”) che indica appunto l’approssimazione dei circa quattromila pixel orizzontali di risoluzione.
Il 3D infatti avrebbe ormai aver conquistato il pubblico casalingo, e una maggior risoluzione potrebbe essere il passo successivo nel settore dell’intrattenimento casalingo. I lettori Blu-ray che supportano questa altissima risoluzione sarebbero già in vendita a circa 200 dollari, e il prossimo passo sarebbe l’inserimento di questa caratteristica nella PlayStation 4, per dare un ulteriore impulso alle vendite. La console di Sony, secondo la fonte che ha divulgato la notizia, potrà leggere dischi con questa risoluzione sia per i film che per i videogiochi.
Righe da 4.000 pixel sono davvero ciò di cui abbiamo bisogno? A detta di quei pochi che hanno già visto all’opera la tecnologia 4K (o Quad Full High Definition) – capace di una risoluzione doppia rispetto allo standard 1080p sia per altezza che per larghezza – i risultati sono effettivamente fantascientifici. Al punto che si parla addirittura della possibilità di vedere il 3D senza occhialini.
Piccolo problema: il Toshiba 55Zl2, uno dei primi modelli 4K sul mercato, ad aprile costava 8.990 euro e dubitiamo che da allora sia sceso molto di prezzo.
A questo va poi aggiunta un’altra considerazione. All’aumentare della definizione, cresce anche la qualità degli assets necessari in un videogioco. Le texture che ricoprono i poligoni devono essere molto più definite e quindi richiedono un lavoro ancora più certosino, oltre a “pesare” molto di più in termini di memoria. Insomma, se si andasse lungo questa strada, nell’ottica dei videogiochi il costo di produzione potrebbe crescere vertiginosamente e il loro trasferimento via internet diventare problematico. Il che sarebbe in controtendenza in un mondo dove il digitale parre essere sempre più il modello di business imperante, a scapito del vetusto “pacchettizzato” messo sullo scaffale nei negozi.
D’altro canto Sony, a differenza di Microsoft e Nintendo, è l’unica società che oltre a produrre console per i videogiochi, fabbrica anche televisori. Un’accoppiata sulla carta vincente ma che non necessariamente garantisce l’imposizione di uno standard. E dunque, 4K o non 4K? Ai posteri l’ardua sentenza.