Tutta la verità sulle nuove connessioni 4G

Le connessioni 4G sono davvero dieci volte più veloci di quelle 3G?
Attenzione, perché non è tutto oro quello che luccica.
Esistono, in realtà, tanti altri parametri da considerare e, a conti fatti, le performance non sono poi così straordinarie.

Il 4G è diventato ormai il tormentone del marketing nel campo delle telecomunicazioni: se un’azienda vuole lanciare uno smartphone di successo quest’anno non può prescindere da questo tipo di connessione.
Accantonato il termine LTE, che non è più di moda, adesso tutti inseriscono ovunque la dicitura 4G, strombazzando velocità supersoniche: le pubblicità parlano addirittura di prestazioni dieci volte superiori a quelle del vecchio 3G.
Anche Apple punta molto su questa tecnologia e con la versione 5.1 di iOS ha introdotto il logo 4G, che compare soltanto nelle zone coperte dal segnale.

Le connessioni di quarta generazione sono sì più veloci e performanti, ma bisogna fare attenzione a non abbandonarsi a facili entusiasmi, per non rimanere poi delusi dalla prova sul campo.
Non dobbiamo dimenticare che questa nuova tecnologia riguarda solo il collegamento dei dispositivi finali con le celle delle compagnie telefoniche, e i relativi gateway a cui si appoggiano.
Occorre, inoltre, ricordare che si tratta pur sempre di connessioni wireless, pertanto soggette a disturbi legati alla distanza, agli ostacoli fisici e alle interferenze e, inevitabilmente, hanno tempi di latenza piuttosto alti.

Un collegamento a Internet dipende da una miriade di fattori differenti e il 4G rappresenta soltanto la punta di un iceberg: tra DNS, servizi di terze parti e server di hosting, spesso la velocità di trasmissione è nettamente inferiore al vecchio standard 3G.
In parole povere, un conto è la velocità della rete e un altro quella del web: per questo, l’aumento della prima non implica un incremento proporzionale della seconda.
Conti alla mano, con gli smartphone di vecchia generazione si navigava attorno ai 2 Mbps, mentre i nuovi oscillano tra i 3 e i 5 Mbps: siamo lontani anni luce dai 100 Mbps “teorici”.

È come se comprassimo una Ferrari 620 GT per arrivare prima in ufficio: tra le strade dei centri urbani a una sola corsia e il traffico dei pendolari che le percorrono, sarebbe comunque impossibile andare più forte di una comune utilitaria.
A questo punto, a parità di velocità, gli converrà contenere i consumi, e altrettanto dovrà fare chi fornisce servizi via Internet.
Per migliorare le comunicazioni, non è tanto importante aumentare la velocità della rete, quanto piuttosto ridurre il traffico che la attraversa, con la compressione e l’ottimizzazione dei dati.

La rivoluzione del 4G è quindi rimandata, perché si tratta comunque di una tecnologia che fa più fumo che arrosto e, inoltre, almeno per i primi tempi sarà limitata ai dispositivi più costosi.
Sarà, invece, diverso il futuro del protocollo HTTP 2.0, che non richiederà costi aggiuntivi e di cui tutti potranno beneficiare.
D’altra parte, come diceva il saggio imprenditore Henry Ford, “c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti”.

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