Ciao a tutti,
oggi parliamo di un grande del pugilato
MIKE TYSON
Mike Tyson, all’anagrafe Michael Gerard Tyson (Brooklyn, 30 giugno 1966), è un ex pugile statunitense.
Soprannominato Iron Mike, The Baddest Man on the Planet, Kid Dinamite e King Kong, Tyson ha assunto il nome islamico di Malik Abdul Aziz durante il periodo trascorso in carcere per scontare una condanna per stupro.
Per il suo comportamento è stato giudicato da ESPN il peggior sportivo degli ultimi 25 anni (giudizio di esperti ed amatori).
Nonostante abbia guadagnato più di 300 milioni di dollari durante la sua carriera, ha dichiarato bancarotta nel 2003.
Sicuramente tra gli atleti più riconoscibili (e pagati) degli anni ottanta e novanta, Iron Mike è un misto di talento e sregolatezza.
Nonostante l’altezza non esagerata per la categoria, 178 cm, è stato uno dei picchiatori più efficaci e temibili nella storia del pugilato e ciò è dimostrato dai 44 KO ottenuti in 58 incontri.
Nei primi anni della sua carriera potenza e velocità, due qualità di rado riscontrabili contemporaneamente in un pugile peso massimo, ne hanno decretato l’indiscutibile successo professionale e di pubblico.
Ora che la sua carriera pugilistica è alle spalle, che i miliardi guadagnati sono solo un ricordo, sperperati tra lussi, droga e vizi di cui in carcere ha imparato a fare a meno, Tyson cerca serenità affidandosi nella religione (islamica) e guardandosi alle spalle.
E ricomincia da dove aveva iniziato una vita fa, dai piccioni viaggiatori.
L’ex pugile ha deciso di dedicarsi in prima persona alle gare di questi volatili, uno sport assai diffuso nei quartieri popolari newyorkesi, dove i piccioni vengono allevati sui tetti dei palazzi e poi impegnati in una sfida lunga centinaia e centinaia di chilometri.
Il senso di orientamento e la capacità di ritorno a casa di questi volatili sono noti da tempo e non a caso in passato erano fondamentali nel recapito di messaggi.
Al punto da essere utilizzati anche nei conflitti bellici, risultando determinanti per l’esito di battaglie e guerre in epoche in cui le comunicazioni da campo erano solo quelle via radio, troppo facilmente intercettabili dal nemico.
Ciao e alla prossima,
Marco