Ciao a tutti,
eccovi ad una nuova puntata di “una canzone per te”
COLPA D’ALFREDO
Ho intitolato questa rubrica con una canzone del “tizio” qui sopra (serve dirvi chi è?…) e ancora non avevo scritto di lui.
Strano, vero? Allora facciamo oggi. Presentiamo Vasco Rossi.
Non basterebbero le poche righe che di solito uso per questi miei articoli, data la vasta carriera di questo cantante (tutt’ora sui palchi), ma cercherò di sintetizzare al meglio.
Ho deciso di scrivere di lui adesso, anche per la recente intervista in cui ha annunciato la fine (per l’ennesima volta) della sua carriera musicale.
Vasco Rossi, anche noto come Vasco o con l’appellativo Il Blasco (Zocca, 7 febbraio 1952), è un cantautore italiano.
Con decine di milioni di copie vendute è uno dei cantautori italiani di maggior successo e fama.
Negli anni ottanta, per via dello stile di vita sregolato caratterizzato da droga, alcool, sigarette, donne e continui tour frenetici, ricevette notevoli critiche da parte dei mass media, ma adorato da milioni di fans in tutta Italia e nel Mondo.
Il nome gli è stato dato dal padre Giovanni Carlo, di mestiere camionista, in omaggio a un omonimo compagno di prigionia in Germania durante la seconda guerra mondiale.
Nel 1967, ottenuta la licenza media, la famiglia lo iscrive all’istituto dei salesiani San Giuseppe a Modena, ma il brutto rapporto con i professori provocherà in Vasco un enorme trauma e una sorta di ribellione, verso tutti e verso il mondo eclesiastico.
Si iscrive poi a tante facoltà universitarie, dal DAMS ad economia, per finire poi in Pedagogia, che lascerà a soli otto esami dalla laurea.
Il 1975 è un anno storico per la sua formazione.
Convinto dall’idea dell’amico Marco Gherardi, fonda “Punto Radio“, una Radio libera sul modello delle centinaia che nascevano in quegli anni in Italia.
Diventerà famoso un programma da lui condotto, “Il Muretto“.
L’esperienza della radio è decisiva per la carriera di Vasco Rossi.
Prima di tutto, gli dà la possibilità di maturare come show man, visto che Rossi sarà uno dei principali dee-jay sia dei programmi radiofonici sia delle serate speciali che la radio organizzerà presso le principali discoteche dell’Emilia-Romagna e, in secondo luogo, gli darà l’opportunità di conoscere una serie di persone fondamentali nella sua futura carriera, tra cui Massimo Riva e un giovanissimo Red Ronnie.
Sotto la spinta dei suoi amici, tra i quali Gaetano Curreri, leader degli Stadio, incide nel 1977 il suo primo 45 giri, Jenny/Silvia contenente i brani Jenny (una sorta di bozza di Jenny è pazza) e Silvia, per l’etichetta Borgatti Music.
Il suo secondo album viene pubblicato nel 1979 con il titolo Non siamo mica gli americani.
Il disco ottiene più successo rispetto del precedente, anche se in fatto di vendite non è niente di eclatante.
L’album resterà famoso soprattutto perché contiene la canzone Albachiara, destinata a diventare uno dei maggiori successi di Vasco e pezzo conclusivo di gran parte dei suoi concerti.
Nel 1980 esce il terzo album, Colpa d’Alfredo.
Neanche questo album ottiene molto successo di vendite, questa volta a causa della censura da parte di alcune radio della canzone che dà il titolo all’album in quanto ritenuta volgare ed offensiva in alcune parti del testo.
La popolarità di Vasco Rossi, che inizia a farsi conoscere anche a livello nazionale, cresce in seguito a una sua esibizione dal vivo, durante la nota trasmissione televisiva Domenica In, criticata però dai mas media, definendolo un ebete e un drogato.
È con il quarto album che inizia ad arrivare il successo, Siamo solo noi viene pubblicato nel 1981 e, tuttora, viene considerato uno dei migliori lavori del cantante; la canzone che dà il titolo all’album verrà più volte identificata come un vero e proprio “inno generazionale“, tutt’oggi attuale per i suoi fans.
L’esperienza che cambia radicalmente la carriera di Vasco Rossi è la partecipazione al Festival di Sanremo.
La performance del rocker di quell’anno fa scalpore: Vasco abbandona il palco con il microfono nella tasca della giacca, che, collegato col filo all’amplificatore, cade, creando panico tra il pubblico in sala e tra i conduttori dello show tv.
Fu lo scalpore che proprio il rocker di Zocca voleva creare in una manifestazione a suo tempo forse troppo austera per distinguersi dagli altri partecipanti.
La canzone, come già detto prima, contiene un’ironica risposta a Nantas Salvalaggio, il giornalista che due anni prima lo aveva criticato ferocemente sulle pagine del settimanale Oggi e che viene apostrofato come “quel tale che scrive sul giornale“.
L’anno seguente Vasco si presenta di nuovo a Sanremo con Vita spericolata.
La canzone diventerà uno dei classici della musica italiana (così come Siamo solo noi) e raggiunge lo stesso anno il 6º posto nella classifica dei 45 giri, entra in finale, ma si classificherà al penultimo posto nella graduatoria del Festival.
Segue l’uscita dell’album Bollicine, che vince il festivalbar e da il via a un tour fenomenale.
Questo sarà il periodo di massimo successo di Vasco, che si contrappone con gli eccessi di Vasco dal punto di vista medico: diventa farmaco-dipendente e questo costringe gli organizzatori ad annullare qualche data.
Nel 1984 il rocker viene fermato in una discoteca nei pressi di Bologna e arrestato. Dopo una perquisizione in un casolare di Casalecchio, dove abita insieme ad altri componenti della sua band, Rossi consegna spontaneamente 26 grammi di cocaina ai carabinieri.
Trascorre 22 giorni di prigione (di cui 5 in isolamento) con l’accusa di detenzione di cocaina e spaccio non a scopo di lucro.
Di lì a poco Vasco pubblica l’album Cosa succede in città (1985), considerato secondo certi aspetti l’album della rinascita, resta in classifica per 29 settimane.
Nel 1987 torna prepotentemente sulla scena pubblicando C’è chi dice no, che resterà in classifica 38 settimane, di cui 12 in testa.
Il successo è tale che perfino Celentano lo vuole ospite in RAI.
Lui inizialmente accetta salvo poi cambiare idea il giorno prima della trasmissione facendo infuriare i vertici dell’emittente televisiva che minacciano di bandirlo per sempre da ogni trasmissione.
Ma Rossi a questo punto della sua carriera può ampiamente permetterselo tanto che il sempre crescente successo di spettatori costringe il cantante ad abbandonare i palazzetti per orientarsi verso spazi più ampi: inizia l’epoca degli stadi.
Il 1998 è un anno storico per la carriera di Vasco Rossi: guest star della prima edizione dell’Heineken Jammin’ Festival a Imola.
Alla serata partecipano 130.000 persone, segnando un evento nell’intera storia della musica italiana: il successo di Vasco diviene di massa, e il rocker di Zocca viene universalmente riconosciuto come la star della musica italiana contemporanea.
A pochi giorni dalla partenza del tour, viene a mancare per un’overdose di eroina, l’inseparabile “compagno di avventure” Massimo Riva, chitarrista della band e autore-coautore di una buona parte del repertorio musicale di Vasco.
A partire dal Rewind tour il rocker di Zocca, ricorderà l’amico scomparso in ogni concerto, dopo aver cantato il brano Canzone.
Tra tutto questo ci sono altri album, altre canzoni bellissime che si susseguono ai grandi successi del rocker emiliano.
Il 2001 è l’anno di Stupido hotel e anche del terzo Festivalbar vinto con la canzone Ti prendo e ti porto via.
Nel 2004 esce l’album Buoni o cattivi.
Altri successi, piu o meno interessanti, vengono dopo quello scritto sopra, ma quello che farà impazzire per sempre sono i concerci, dove Vasco esprime sempre il meglio di se, rievocando le vecchie canzoni.
Il 26 giugno 2011 dichiara in un intervista shock a Vincenzo Mollica, che è «felicemente conclusa la sua carriera di rockstar», ovvero di rinunciare alle tournée a causa del fisico non più giovane.
Eccovi il video della canzone che da titolo all’articolo (non ho volutamente messo “una canzone per te”. Sarebbe risultata un po banale essendo già il titolo della rubrica):
Ciao e alla prossima,
Marco