Ciao a tutti,
oggi vi dedico questa canzone
COULD YOU BE LOVED
Puntata di oggi dedicata al grande BOB MARLEY.
Robert Nesta Marley, detto Bob (Nine Mile, 6 febbraio 1945 – Miami, 11 maggio 1981), è stato un cantautore, chitarrista e attivista giamaicano.
È generalmente identificato con il genere musicale reggae, che peraltro lo rese popolare fuori dalla Giamaica.
La sua attività ha inizio nel 1964 suonando egli nella band The Wailers.
Dopo lo scioglimento della band avvenuto nel 1974 suona come Bob Marley and The Wailers.
A 15 anni il giovane Bob lasciava la scuola e iniziava a lavorare come elettricista.
Nel 1962, all’età di 16 anni, Bob registrò i suoi primi due singoli.
Nel 1963 Bob Marley, Bunny Livingston, Peter Tosh, Junior Braithwaite, Beverley Kelso e Cherry Smith fondarono un gruppo ska e rocksteady chiamato “The Teenagers”; più tardi, il nome fu cambiato in “The Wailing Rudeboys”, quindi in “The Wailing Wailers”; nel 1966 Braithwaite, Kelso e Smith lasciarono la band, che modificò il nome in quello di “The Wailers”.
Marley divenne quindi il leader del gruppo, il cantante, e l’autore della maggior parte dei testi.
Il primo album dei Wailers, Catch a Fire, fu pubblicato su scala mondiale nel 1973, riscuotendo successo.
Fu seguito l’anno dopo da Burnin’, che conteneva le canzoni “Get Up, Stand Up” ed “I Shot the Sheriff” di cui Eric Clapton produsse una cover, contribuendo ad elevare il profilo internazionale di Bob Marley.
I Wailers si sciolsero nel 1974, quando ognuno dei tre componenti fondamentali provò a continuare la propria carriera come solista.
Nel 1975 Bob Marley irruppe sul mercato internazionale con il suo primo storico singolo, “No Woman, No Cry“, dall’album Natty Dread.
Questo fu seguito dal successo del 1976, Rastaman Vibration, che rimase per ben quattro settimane nella top ten di Billboard Charts negli Stati Uniti.
Bob Marley si trasferì dalla Giamaica in Inghilterra nel 1976, dove registrò gli album Exodus e Kaya. Exodus rimase nelle classifiche inglesi per ben 56 settimane consecutive.
Nel luglio 1977, Marley si trovò con una ferita nell’alluce destro, che lui pensava fosse causata da un incidente durante una partita di calcio.
Successivamente durante un’altra partita di calcio l’unghia dell’alluce si staccò. Solo a quel punto fu fatta la diagnosi corretta.
Marley aveva una forma di melanoma maligno alla pelle che cresceva sotto l’unghia dell’alluce.
Gli fu consigliato di amputare l’alluce, ma egli rifiutò le cure anche a causa della sua religione (Rastafarianesimo) secondo cui il corpo umano deve rimanere “integro”.
Il cancro, nel frattempo, si estendeva dalla pelle dell’alluce destro al cervello, ai polmoni, al fegato e allo stomaco.
Dopo aver concluso una trionfale tournée estiva in Europa suonando anche in Italia (il 27 giugno 1980 allo Stadio San Siro di Milano, di fronte a 100.000 spettatori, ed il giorno seguente in un altrettanto gremito Stadio Comunale di Torino) Marley tornò negli USA e portò a termine le prime date del programma.
Un ulteriore peggioramento si avvertì nel volo di ritorno dalla Germania verso la Giamaica.
Il volo fu quindi deviato in direzione di Miami, dove Bob venne ricoverato presso il Cedar of Lebanon Hospital, dove morì la mattina dell’11 maggio 1981.
Le ultime parole di Bob furono rivolte al figlio Ziggy Marley: “Money can’t buy life” (“i soldi non possono comprare la vita”).
Eccovi la canzone che da titolo all’articolo:
Ciao e alla prossima,
Marco