Ciao a tutti,
oggi prendo spunto da un titolo che mi ha incuriosito:
C’E’ UN’ ITALIA MIGLIORE?
La politica non c’è.
C’è uno Stato paralizzato gestito da una classe dirigente che annaspa di fronte a un popolo che, nella migliore delle ipotesi, è fatto da guardoni.
Eppure, dicono, C’è un’italia migliore.
E’ il titolo di un libro di Nichi Vendola e La fabbrica di Nichi.
Il libro è pieno di concetti talmente condivisibili da risultare disarmanti: propone un’analisi molto semplice all’Italia-qui-e-ora, e alcune ricette per cambiarla. Dal sociale alla cultura, dalla banda larga al precariato, da una nuova idea della vita urbana al fisco: difficile non essere d’accordo con una visione della vita che mette al centro la persona, il benessere collettivo.
Ma, al tempo stesso, apre a punti interrogativi importanti. Perché quei concetti sono lenti, e la società dello spettacolo, oggi, è veloce. Troppo veloce, troppo spettacolare, troppo aggressiva e neoliberista persino nelle sue pratiche quotidiane.
Questo è quanto ho letto su un articolo del blog IL FATTO QUOTIDIANO.
Condivisibile o meno, la domanda resta: C’è un’Italia migliore?
Ciao e alla prossima,
Marco